Insomma, Startupper o imprenditore? Qualche post fa, abbiamo parlato della differenza tra lo startupper e l’imprenditore, concludendo che in entrambi i casi alla base c’è un progetto di impresa.
Come si è visto, contrariamente forse alla comune percezione, fare impresa non significa solo avere una buona idea e trovare le risorse economiche per realizzarla: il gioco (e il difficile) consiste invece nel tradurre in pratica l’idea di business. Quindi creare un’impresa non è affatto facile e presuppone una corretta impostazione di base.
In questo post vorremmo dare alcune indicazioni utili per “affrontare il problema”.
Una prima attività, spesso sottovalutata, è l’analisi di fattibilità del progetto.
Ciò riguarda non solo lo studio del mercato di riferimento: quali sono i miei potenziali clienti, chi sono i miei competitor diretti ed indiretti, che modello di business viene applicato etc... Ma anche la verifica su eventuali limiti legali o regolamentari (per approfondire l’importanza della c.d. legal opinion clicca qui).
L’idea, infatti, potrebbe anche essere geniale, ma potrebbe essere vietata dalla legge, oppure non essere espressamente disciplinata (vi dice niente il caso di Uber?). Analoghi discorsi possono riguardare le questioni fiscali (si ricordi il caso delle sigarette elettroniche, inizialmente non sottoposte a tassazione come i tabacchi)
In secondo luogo occorre esaminare in modo dettagliato tutti gli elementi che servono per realizzare il prodotto/servizio e venderlo sul mercato:
Occorre poi individuare:
Quindi occorre elencare ed esaminare i costi connessi al progetto (per le risorse e le attività produttive, per le attività di comunicazione e marketing, per le attività contabili e legali etc)
E, da ultimo, bisogna studiare le possibili fonti di ricavo, la strategia di pricing, gli eventuali compensi derivanti da attività collaterali e connesse etc.
In altre parole occorre compilare quello che possiamo chiamare la “lista della spesa”, ovvero l’elenco degli ingredienti per realizzare il progetto: per chi lo conosce gli elementi elencati prima costituiscono i 9 blocchi del business model canvas (che è uno strumento molto utile per ogni potenziale imprenditore)
Dall'analisi descritta sopra dovrebbe emergere anche l’eventuale necessità di ricevere supporto per le attività che il neo imprenditore ovvero i fondatori dell’impresa non possiedono; tipicamente questo riguarda:
Ma ovviamente ce ne possono essere anche altre (competenze digital, social media, etc). Sarà quindi opportuno valutare se affidare alcuni compiti a consulenti esterni (che si occupano, ad esempio, della tenuta della contabilità, della redazione dei contratti etc), oppure se cercare di aggregare nuovi membri al team.
Quest’ultima opzione è sicuramente preferibile nel caso in cui le competenze in questione siano strategiche per lo sviluppo del progetto: ad esempio nel caso dello sviluppo di una piattaforma digitale, sarebbe opportuno avere “in casa” (ovvero tra i fondatori dell’impresa), i professionisti con competenze informatiche.
Se tutti gli step precedenti sono stati eseguiti con successo, il team di progetto si troverà di fronte alla necessità di creare formalmente l’impresa, ovvero di costituire una società (si veda qui, per una guida alla forma giuridica più adatta)
Per cominciare ad operare, infine, l’impresa avrà bisogno di alcuni strumenti minimi, che potremmo definire “startup kit” (e sul quale si fornirà un ulteriore approfondimento in un prossimo articolo):
A tali strumenti se ne aggiungono spesso molti altri (ufficio/sede fisica, anche in coworking); sito internet e relativa privacy policy; strumenti di web marketing; eventuale piattaforma ecommerce (con relativi contratti etc.)
Da quel momento in poi, si comincerà a fare sul serio, cominceranno gli obblighi (e le spese) e si potrà finalmente verificare la bontà e la profittabilità del progetto.
Ricapitolando, per avviare un’impresa occorre seguire i seguenti step:
Fino al punto n. 3, l’imprenditore o il team può rinunciare, se si rende conto che non ci sono i presupposti (legali o commerciali) per aver successo (ovviamente sulla base di una analisi “teorica”), senza affrontare grosse spese ed in assenza di vincoli formali
Dopo aver costituito l’impresa… Tornare indietro è più difficile e più costoso. Quindi è utile svolgere tutto il lavoro preliminare con il massimo impegno, per evitare di imbarcarsi in progetti che potrebbe rivelarsi difficilmente profittevoli.
Fallire serve sicuramente per imparare e migliorare (ne parleremo meglio in futuro), ma è bene farlo al minor costo possibile!