Creare email temporanea gratis e senza registrazione

Domenica 02/04/2017 16:01

Vi chiedete perché dovreste creare una email temporanea? Ve lo spieghiamo subito! Quanti siti oggi giorno chiedono una registrazione tramite email per poter avere accesso ai loro contenuti? Tantissimi sfruttano la necessità, o la curiosità, degli utenti per catturare le loro email per poi troppo spesso rivenderle ai migliori offerenti, inondando così i vostri indirizzi di inutili email spazzatura.

Lo spam è definitivamente uno dei problemi principali di chiunque navighi sul web, perché rischia di rendere inutilizzabile la vostra email o di crearvi problemi con la posta in arrivo. Non sono rare poi quelle volte in cui email di spam racchiudano al loro interno virus o tentativi di truffe e phishing: dovreste dunque evitare di concedere facilmente il vostro indirizzo email a quei siti poco affidabili che ve lo chiedono.

Ma cosa fare quando dovete, o volete, registrarvi ad un sito pur non fidandovi molto e senza rischiare di essere tracciati? Semplice: potrete creare email temporanea che servirà a permettervi la registrazione, e dunque l’accesso, per poi cancellarvi senza che ve lo ricordiate neppure. Ciò vi permetterà di salvare la vostra email principale da tanta probabile spazzatura.

Per creare email temporanea servono pochi istanti e abbiamo raccolto per voi i migliori servizi ad oggi esistenti con cui creare un account email per pochi minuti o ore. Alcuni utilizzano email temporanee per registrarsi anche a siti famosi come Facebook, perché molti di questi servizi email permettono anche di ricevere email una volta creato l’indirizzo momentaneo.

Ora bando alle ciance e andiamo a scoprire insieme i migliori siti che permettono di creare velocemente una email temporanea gratis e senza bisogno di registrazione.

Creare email temporanea

10minutemail

Si tratta forse del servizio più famoso nel suo genere: grazie a 10minutemail potrete creare email temporanea della durata di 10 minuti (con possibilità di ottenere ulteriori 10 minuti nel caso in cui ne abbiate bisogno) ed ha il vantaggio di essere completamente in Italiano.

Potrete anche consultare i messaggi che riceverete dalla sezione in basso nel sito.

GetAirMail

Il primo servizio che vi segnaliamo è GetAirMail: per creare email temporanea da questo sito tutto quello che dovrete fare sarà accedere al link e cliccare su Attiva l’Email Temporanea. Una volta fatto ciò avrete un account associato ad un indirizzo email creato in modo casuale e vi basterà usare questo indirizzo nei moduli di registrazione o dovunque vogliate, e la posta verrà indirizzata proprio su questo sito.

Alla fine vi basterà chiudere la finestra del browser e dimenticarvi di aver mai avuto una mail temporanea.

MeltMail

Questo secondo servizio si differenzia leggermente dal primo perché MeltMail, pur permettendovi di aprire una email temporanea anonima, permette anche di gestire la posta in arrivo su questo indirizzo grazie ad un redirect di tutto ciò che riceve sulla vostra email per archi di tempo che vanno dalle 3 ore alle 24 ore.

In questo modo creerete un vero e proprio alias con cui nascondere il vostro reale indirizzo di posta durante una registrazione o quando state scambiando la vostra email. Ovviamente se rispondete alle email ricevute rischiate di perdere l’anonimato guadagnato.

YopMail

Ancora un servizio di email temporanee, ancora diverso. Esso non solo vi permette di ricevere la posta su di un indirizzo anonimo non associato a voi ma YopMail vi fornisce anche la possibilià di ritornare su questo stesso finto indirizzo per controllare le nuove email ricevute, che vengono conservate per un arco di 8 giorni.

L’utilità di questo strumento, che non richiede password o altro, è compromessa dal fatto che chiunque conosca questo servizio e il vostro indirizzo possa voler sbirciare tra la posta che avete ricevuto su questo indirizzo temporaneo. Utile più che altro per le registrazioni, non come email fittizia da scambiare in giro.

GuerrillaMail

Infine citiamo GuerrillaMail, altro validissimo servizio per email anonime di tipo usa e getta da sfruttare quando vi serve una email temporanea. In questo caso vi garantirà 60 minuti di accesso all’indirizzo generato casualmente garantendo in tal modo la vostra privacy e la sicurezza del vostro indirizzo email.

A differenza dei precedenti. con GuerrillaMail potrete anche inviare email dalla stessa email temporanea appena creata permettendovi dunque di spedire email anonime.

L'articolo Creare email temporanea gratis e senza registrazione appare per la prima volta su ChimeraRevo - Il miglior volto della tecnologia.



Fonte: www.chimerarevo.com
Arc Browser: cos’è, come funziona e perché se ne parla tanto

Arc Browser: cos’è, come funziona e perché se ne parla tanto

Mercoledì 04/10/2023 17:31

Sembrava di aver visto tutto o quasi nel mondo dei browser Web e invece arriva Arc Browser a spazzare via, almeno sulla carta, le “convenzioni” con le quali eravamo abituati a interfacciarci. Il browser è diventato uno strumento sempre più centrale nelle nostre attività quotidiane, sia che lo si utilizzi da un dispositivo mobile che da desktop. Non è più qualcosa-che-mostra-HTML ma un oggetto sempre più completo che supporta decine e decine di standard, tecnologie diverse, che integra funzionalità evolute e che sostiene l’esecuzione di applicazioni Web di fatto paragonabili ai programmi nativi installati sul dispositivo. I browser caricano anche WASM, formato binario a basso livello che funge da bytecode eseguibile su una “macchina virtuale” all’interno del browser stesso. Impensabile soltanto alcuni anni fa.

L’idea alla base di Arc Browser

La startup newyorkese The Browser Company ha presentato ad aprile 2022 il suo Arc Browser, un programma che permette di navigare sul Web mettendo al centro l’utente. A marzo 2023, l’azienda guidata da Josh Miller e Hursh Agrawal ha presentato la versione per macOS per poi rilasciare, a luglio, quella per i dispositivi iOS. Entro fine 2023, stando a quanto rivelato, dovrebbe essere pubblicata la versione per Windows: attualmente, visitando il sito ufficiale del progetto, è possibile iscriversi alla lista di attesa per essere informati della disponibilità di Arc Browser per Windows.

Arc ridisegna l‘esperienza degli utenti online lasciando loro pieno potere nel decidere quali parti di una pagina Web mettere in evidenza e in che modo. La novità più importante è probabilmente l’interfaccia che elimina tutti gli elementi superflui: anche Google Chrome era nato così, poi il browser si è arricchito di tanti nuovi strumenti.

L’idea alla base di Arc Browser è quella di creare un sistema operativo per Internet. Ai “puristi” e ai tecnologi può sembrare un’affermazione fuori luogo. Il Web, infatti, è uno dei tanti servizi fruibili attraverso la rete. Ma non esiste soltanto il Web: email, messaggistica, controllo remoto, VoIP e videoconferenze, FTP, Telnet e SSH sono sono alcuni (pochi) esempi.

Parlare di sistema operativo, inoltre, è un po’ eccessivo: in primis perché ci troviamo dinanzi a un browser, un’applicazione che certamente non è caricata all’avvio del dispositivo e che non si occupa di gestire le risorse hardware e software disponibili sulla macchina. Gli sviluppatori di Arc Browser vogliono semplicemente sostenere che il loro programma non si limita a gestire la navigazione sul Web ma si propone come un valido ausilio per ogni tipo di attività svolta ogni giorno da ciascun utente.

Il browser deve adattarsi alle esigenze quotidiane dell’utente, senza più scuse

L’obiettivo è fare in modo che sia il browser ad adattarsi all’utente e non il viceversa, cosa che – sempre secondo The Browser Company – è del tutto avulsa dalle logiche dei giganti dell’industria.

La rete Internet e i servizi offerti hanno subìto una continua evoluzione, in alcuni casi addirittura vorticosa. Mentre tutti gli strumenti software stanno cambiando in meglio, con caratteristiche più collaborative, interfacce flessibili e funzionalità potenti, il browser fa ancora in gran parte quello che faceva 25 anni fa.

Miller e Agrawal spiegano che, spesso, tendiamo ad attribuire a noi stessi la colpa dei difetti del browser. Quando il browser ha un numero enorme di schede aperte, ci definiamo inefficienti; quando ci distraiamo online, diciamo a noi stessi che abbiamo bisogno di più disciplina; quando non riusciamo a trovare un URL, pensiamo di essere disorganizzati. Dovrebbe essere invece il browser a farsi carico di questi problemi.

Cos’è Arc Browser e quali sono le sue principali funzionalità

Iniziamo subito col dire che anche Arc Browser è basato sul progetto open source Chromium. Il motore di rendering che si occupa di visualizzare correttamente tutti gli elementi che compongono qualsiasi pagina e applicazione Web è quindi sempre il solito, lo stesso usato ad esempio da Chrome ed Edge.

Arc Browser propone una barra laterale che contiene tutte le parti essenziali dell’interfaccia, inclusa la barra di ricerca, l’elenco delle schede aperte e i segnalibri. La barra laterale ospita anche i controlli per la riproduzione audio e video, i pulsanti per l’accesso a specifiche applicazioni Web, un meccanismo per organizzare le schede e recuperarle rapidamente.

Spaces

Nel caso di Arc Browser è il “contenitore” che cambia radicalmente: innanzi tutto, l’interfaccia offre ampio spazio ai contenuti e all’organizzazione degli stessi. La funzionalità chiamata Spaces consente di organizzare tutto ciò che si fa online – lavoro, studio, hobby – tutto in una sola finestra. È possibile passare dall’una all’altra modalità di visualizzazione all’occorrenza, in modo da avere il più possibile ordinati e immediatamente accessibili tutti i contenuti che interessano.

Split Screen e temi

Strumenti come Split Screen consentono di trovare la configurazione perfetta del browser per ogni occasione. Mentre un browser come Edge sta iniziando adesso a introdurre timidamente la possibilità di dividere la finestra di navigazione, Arc Browser non soltanto nasce “di serie” con questa possibilità ma consente di mostrare qualunque tipo di contenuto nei “pannelli” accessori. I temi, poi, consentono di personalizzare l’interfaccia del browser sia dal punto di vista cromatico che con l’intento di migliorare l’accessibilità dei contenuti.

Personalizzazione della grafica dei siti Web con Boost

Cosa non semplice da fare con altri browser concorrenti, se non installando particolari addon, la funzionalità Boost di Arc Browser permette di cambiare l’interfaccia grafica di un sito, nascondendo parti della pagina Web oppure enfatizzandone altre. È inoltre possibile intervenire direttamente sui font e sulla dimensione dei caratteri.

La Command bar di Arc Browser, inoltre, permette di navigare facilmente tra le schede aperte e le attività recenti in modo da individuare a colpo d’occhio ciò che serve di volta in volta.

Funzionalità avanzate e integrazione con altri prodotti

La “creatura” realizzata da The Browser Company integra inoltre molteplici strumenti: ci sono quelli per prendere appunti, le lavagne collaborative, l’integrazione con i principali strumenti per le videoconferenze come Google Meet.

Il browser offre una speciale modalità picture-in-picture che non si limita a visualizzare in una piccola finestra, sovrapposta alle pagine Web, video e altri tipi di contenuti multimediali ma consente di visualizzare il flusso video di un meeting online mentre si continua a navigare sul Web.

Tutela della privacy

Arc Browser nasce, a detta dei suoi sviluppatori, tenendo al primo posto la privacy e la riservatezza dei dati degli utenti. L’azienda sviluppatrice non conosce i siti Web che visitano gli utenti, non raccoglie informazioni su ciò che viene digitato all’interno del browser, non vende alcun dato a soggetti terzi.

Nella pagina sulla privacy sono indicate le informazioni comunque registrate: dati del profilo o di contatto forniti dall’utente, dati del dispositivo e dati di utilizzo del prodotto.

Il problema di fondo è che Arc Browser non è open source: allo stato attuale, sebbene gli sviluppatori abbiano intenzione di orientarsi in tal senso, non esiste un repository pubblico con il codice sorgente. Si tratta di una mancanza non da poco che una larga fetta di utenti non tollererà a lungo, a meno che le cose non siano destinate a cambiare in futuro. E ciò nonostante la buona impressione complessiva che ha destato Arc Browser.

Intelligenza artificiale e Arc Max

All’inizio di ottobre 2023, gli sviluppatori di Arc Browser hanno trasmesso un lungo video su YouTube che in maniera spiritosa, annuncia ulteriori novità in arrivo. Senza visualizzare tutto il video, ci si può concentrare sulla parte che va da 7’25” a 13’35”: contiene tutte le informazioni chiave sul futuro del nuovo browser Web.

Con l’appellativo Arc Max, gli sviluppatori fanno riferimento a una serie di innovazioni che entrano a far parte del browser e che traggono massimo vantaggio dagli algoritmi basati sull’intelligenza artificiale.

Anteprima di 5 secondi

Per ridurre il numero di clic sulle pagine Web, basta portare il puntatore del mouse su un risultato di ricerca per ottenere un riassunto del suo contenuto. Una speciale funzione basata sull’intelligenza artificiale, consente di ottenere un’anteprima di ciò che si troverà visitando una pagina Web, prima ancora di aprirla davvero.

Tidy Tab Tiles

Quando si stanno cercando informazioni su un preciso argomento, spesso ci si trova con il browser pieno zeppo di schede. Si supponga ad esempio di essere alla ricerca di un nuovo telefono da acquistare: si apre Amazon ed ecco che il browser si riempie di schede, un po’ come nell’immagine di seguito.

Con Tidy Tab Tiles, Arc Browser si occupa di rinominare le schede aperte mostrando subito le informazioni che contano quanto sono posizionate nella colonna di sinistra.

Tidy Downloads

Quando si scaricano file dal Web, di solito si pone ben poca attenzione al loro nome. Così, la cartella Download tende a diventare un contenitore disordinato per qualunque tipo di contenuto. Con Tidy Downloads, Arc Browser permette di creare un file che, nel nome, contiene riferimenti espliciti alla sua provenienza e al suo contenuto.

Ricerca nella pagina sostenuta dai modelli generativi

Premendo la combinazione di tasti CTRL+F, appare quella che è non soltanto una casella di ricerca ma un campo intelligente che consente di avanzare ad Arc Browser domande esplicite sul contenuto di una pagina Web.

A quanto sembra, per adesso Arc Browser pare appoggiarsi ai modelli GPT di OpenAI quando da molte parti viene suggerito di virare verso le molteplici alternative open source che stanno spuntando oggi sul mercato. L’intelligenza artificiale analizza il contenuto della pagina e mostra anche il punto esatto del documento che contiene le risposte al quesito dell’utente.

La stessa Command Bar del browser, inoltre, è in grado di interfacciarsi con ChatGPT per rispondere a qualunque domanda dell’utente usando il chatbot di OpenAI.



Fonte: www.ilsoftware.it
Chrome, basta caos con le schede: la soluzione definitiva di Google

Chrome, basta caos con le schede: la soluzione definitiva di Google

Lunedì 09/10/2023 16:00

La tendenza ad aprire troppe schede nel proprio browser è una consuetudine per molti utenti.

In questo senso, a quanto pare, Google ha pronta una soluzione per Chrome che potrebbe mettere ordine al caos Come notato da Leopeva64 su X, una nuova edizione di Google Chrome Canary (laa versione del browser che consente agli utenti di testare funzionalità sperimentali) contiene un nuovo strumento chiamato Organize Tabs posizionato nell’angolo in alto a sinistra del browser.

Facendo clic su questa voce, il browser tenta di riordinare in modo intelligente, suddividendo le stesse in base agli argomenti trattati. Quindi, invece di una serie confusa di schede diverse, queste verranno posizionate insieme in veri e propri blocchi, più facili da gestire. Chrome consentirà  agli utenti di rinominare questi gruppi di schede e, a quanto pare, la funzione è talmente avanzata che potrebbe essere in grado di classificare in autonomia le schede appena aperte.

Si chiama Organize Tabs e, se hai decine di schede Chrome aperte, potrebbe esserti molto utile

La funzione Organize Tabs potrebbe risultare una piccola rivoluzione, soprattutto per chi gestisce decine e decine di schede sul proprio browser. Con un sistema a blocchi semi-automatizzato, Chrome potrebbe dimostrarsi ancora una volta come leader del proprio settore. L’introduzione di questa novità, di fatto, potrebbe essere presto essere seguita da altri browser tra i più diffusi.

Questa funzione si andrebbe ad aggiungere alle tante altre che, nel corso degli anni, Google ha aggiunto al proprio software. In tal senso, basti pensare alla modalità lettura fino alle più recenti migliorie nel contesto della ricerca online.



Fonte: www.ilsoftware.it
Documenti elettronici: velocizzare le operazioni di firma digitale grazie ai software

Documenti elettronici: velocizzare le operazioni di firma digitale grazie ai software

Giovedì 12/10/2023 14:01
Al giorno d’oggi, le aziende si trovano a operare in uno scenario in continua evoluzione, in cui la dematerializzazione dei documenti si è dimostrata fondamentale, la firma digitale sta diventando sempre più cruciale per tutte quelle imprese determinate a dimostrare il loro valore.  Assicurando un’automatizzazione dei flussi di lavoro, la firma digitale ha permesso di rivoluzionare le fasi di stipula, aprendo […]

Fonte: www.chimerarevo.com
Ottimizzare e velocizzare Windows 10: come farlo automaticamente

Ottimizzare e velocizzare Windows 10: come farlo automaticamente

Martedì 17/10/2023 19:00

A installazione avvenuta Windows 10 difficilmente viene incontro alle esigenze di tutti gli utenti: come abbiamo visto in altri articoli, il sistema operativo installa automaticamente applicazioni superflue (anche sull’edizione Pro) ed evidenzia comportamenti che a molti non vanno per nulla a genio. Per ottimizzare e velocizzare Windows 10 e renderlo più veloce è possibile utilizzare alcune impostazioni accessibili attraverso l’interfaccia grafica del sistema operativo nonché effettuare alcune modifiche nel registro di sistema o comunque da riga di comando. Per alcuni utenti si tratta di operazioni che possono risultare davvero tediose e spesso anche complicate.

La buona notizia è che tutte le modifiche che consentono di rendere Windows 10 più veloce, soprattutto sui sistemi dotati di una configurazione hardware modesta, sono ufficialmente supportate da Microsoft. Gli amministratori IT, ad esempio, possono distribuirle usando i criteri GPO di Active Directory: con lo script che proponiamo di seguito, quindi, “non inventiamo nulla”. Semplicemente offriamo uno strumento per applicare le modifiche per ottimizzare e velocizzare Windows 10 in un colpo solo.

Come funziona lo script per ottimizzare e velocizzare Windows 10

PowerShell permette di effettuare tutte le operazioni di configurazione in automatico, senza doversi scontrare con la creazione di chiavi e valori nel registro di sistema e senza dover far ricorso al comando reg.

Usando come base il fantastico script “Win10-Initial-Setup-Script” disponibile su GitHub e ora non più aggiornato dal suo autore originale, abbiamo provveduto ad adattarlo e ad aggiungere qualche nuova funzionalità così da personalizzare Windows 10 e adattarlo alle proprie necessità.

Anziché lasciare eseguire allo script tutte le modifiche previste di default dall’autore, abbiamo fatto in modo che l’utente possa riflettere sull’opportunità o meno di applicare ciascuna variazione.

Nella configurazione che abbiamo approntato noi, lo script per ottimizzare e velocizzare Windows 10 (download effettuabile gratis da qui) offre decine di possibilità differenti. Nel paragrafo che segue spieghiamo tutto quello che può fare lo script per ottimizzare e velocizzare Windows 10. Suggeriamo di non eseguire subito lo script ma verificare tutto ciò che consente di fare e comprenderne nel dettaglio il funzionamento.

Prima di avviare lo script di ottimizzazione, inoltre, è fondamentale creare un backup completo del sistema. Sarà possibile ripristinare la configurazione iniziale nel caso in cui qualcosa dovesse andare storto.

Le modifiche per personalizzare, ottimizzare e velocizzare Windows 10

Le modifiche che seguono sono applicate, una dopo l’altra, dallo script PowerShell scaricabile seguendo il link pubblicato in precedenza e riproposto anche alla fine dell’articolo. Da parte nostra, suggeriamo di documentarvi in profondità su tutte le modifiche che possono essere applicate prima di decidere se procedere o meno.

1) Assegnare un nome al dispositivo. Si fa manualmente premendo la combinazione di tasti Windows+R digitando sysdm.cpl ma lo script consente di procedere in automatico senza noiosi passaggi.

2) Attivare la funzionalità Ripristino configurazione di sistema. Per default essa appare disattivata in Windows 10 ma insieme con Versioni precedenti è utile e può essere abilitata manualmente. Ne parliamo anche nell’articolo in cui spieghiamo come ripristinare versione precedente di un file o di una cartella con Windows 10. Lo script consente di attivare Ripristino configurazione di sistema in automatico per l’unità C: assegnando il 10% dello spazio disponibile alla funzionalità. Per le altre unità si dovrà provvedere manualmente premendo la combinazione di tasti Windows+R e digitando sysdm.cpl ,4.

3) Attivare il download e l’installazione degli aggiornamenti di Windows 10 solo su richiesta. Si tratta della caratteristica disponibile in Windows 7 poi andata perduta nel corso del tempo. La modifica applicata è quella descritta nell’articolo in cui spieghiamo come disattivare gli aggiornamenti automatici in Windows 10.

4) Disattivare WiFi Sense. Funzionalità che se attivata (non è più presente nelle release più recenti di Windows 10) condivide le credenziali delle reti wireless usate con altri utenti.

5) Disattivare la ricerca Web integrata nel menu Start di Windows 10. Se il menu Start, secondo voi, deve fare solo il menu Start e non utilizzare il motore di ricerca Microsoft Bing qualora le ricerche locali non offrissero alcun risultato, è possibile disattivare facilmente questa caratteristica. Ne parliamo anche nell’articolo come cercare file nel PC Windows 10: come funziona la nuova ricerca.

6) Disinstallare l’installazione automatica delle applicazioni superflue. Evita il download e il caricamento da parte di Windows 10 di app potenzialmente inutili.
Attenzione. Questa modifica è irreversibile: il file Restore.cmd presentato più avanti non reinstallerà le app di terze parti eventualmente presenti sul sistema.

7) Evitare che le applicazioni UWP scaricate dal Microsoft Store scambino dati in background, anche quando si utilizzano altri programmi.

8) Disattivare i servizi di geolocalizzazione. Non sarà però più possibile stabilire la posizione dei propri dispositivi Windows 10.

9) Disattivare l’aggiornamento automatico delle mappe di Microsoft Maps.

10) Disabilitare l’invio di feedback a Microsoft

11) Fare in modo che Windows 10 non mostri più suggerimenti sulle applicazioni da installare o effettui il download di componenti aggiuntivi.

12) Disattivare l’ID univoco che viene utilizzato per individuare lo stesso dispositivo PC Windows 10 e mostrare messaggi pubblicitari “ad hoc”.

13) Evitare che i siti web possano accedere all’elenco delle lingue installate in Windows 10.

14) Disabilitare completamente Cortana: l’assistente digitale non sarà più integrato in Windows 10 e non offrirà più i suoi servigi.

15) Evitare l’invio degli eventuali erroria Microsoft riscontrati sul sistema in uso.

16) Limitare la distribuzione degli aggiornamenti Windows 10 alla sola rete locale evitando che, usando uno schema peer-to-peer, il sistema operativo li condivida sulla rete Internet anche con i sistemi di terzi (occupando banda in upload).

17) Disattivare i servizi di Consumer Experience. Collegati con alcune delle funzionalità brevemente descritte ai punti precedenti, questi servizi studiano il comportamento dell’utente, i suoi interessi ed effettuano download e installazione di app potenzialmente d’interesse.

18) Disabilitare il servizio push WAP che facilita la condivisione di file tra il PC Windows 10 e altri dispositivi.

19) Impostare automaticamente come “privata” la connessione di rete correntemente in uso. In un altro articolo abbiamo messo in evidenza le differenze tra rete privata e pubblica.

20) Evitare che Windows Defender mostri un avviso allorquando non si utilizzasse un account utente Microsoft.

21) Abilitare il tasto F8 al boot. Nelle precedenti versioni di Windows permetteva di accedere al menu di ripristino del sistema operativo.

22) Windows 10 è impostato per attivarsi in notturna per procedere con l’eventuale download degli aggiornamenti e per effettuare altre operazioni di manutenzione. Lo script permette di disattivare questo comportamento.

23) Disattivare la funzionalità di Assistenza remota. Se non la si utilizza, perché mantenerla abilitata in Windows 10?

24) Rimuovere l’effetto sfocatura dello sfondo nella schermata di blocco (introdotto con Windows 10 Aggiornamento di maggio 2019).

25) Non permettere l’utilizzo dei cosiddetti tasti di accessibilità. Utilizzabili per attivare modalità di interazione speciali per gli utenti diversamente abili, questi tasti possono essere utilizzati anche per recuperare la password dimenticata di Windows 10 e accedere al sistema.

26) Configurare il Task Manager di Windows 10, notevolmente migliorato rispetto alle precedenti versioni affinché mostri tutti i dettagli tecnici possibili. In un altro articolo abbiamo mostrato le potenzialità del Task Manager di Windows 10.

27) Mostrare i dettagli durante lo svolgimento delle operazioni sui file e sulle cartelle, trasformare le icone nella barra delle applicazione mostrandone la versione compatta (così da avere più spazio sullo schermo e mostrarne un maggior numero), disabilitare l’icona Persone (solo in alcune versioni di Windows 10), mostrare tutte le icone nella traybar, evitare che il sistema operativo cerchi app da usare per l’apertura di file sconosciuti.
Tutte operazioni che con lo script, usando qualche semplice comando PowerShell, è possibile eseguire anche su copie di Windows 10 non ancora attivate.

28) Ogni volta che si crea un nuovo collegamento, Windows aggiunge il suffisso “– Collegamento” al nome. Lo script consente di eliminarlo modificando il comportamento predefinito di Windows 10.

29) Disattivare gli effetti visuali più pesanti per migliorare le prestazioni del sistema e la reattività complessiva di Windows 10 (consigliato solo sui sistemi dotati di una configurazione hardware modesta).

30) Mostrare le estensioni dei file e gli elementi nascosti. Due regolazioni applicabili dalla scheda Visualizza di Esplora file che possono ora essere applicate in automatico.

31) Mostrare l’icona Questo PC sul desktop e il suo contenuto non appena si preme la combinazione di tasti Windows+E (Esplora file).

32) Usando lo script si potranno disinstallare tutte le app potenzialmente inutili, al momento conosciute, che fossero già presenti sul sistema. Si possono anche rimuovere le funzionalità Xbox e disattivare Flash in Edge e Internet Explorer (il collegamento a Edge può essere automaticamente eliminato dalla barra delle applicazioni e dal desktop). Infine, si possono rimuovere le stampanti virtuali come quella XPS e il fax Microsoft.

33) Con un’unica operazione è poi possibile scollegare le piastrelle dal menu Start di Windows 10 in modo da ottenere un menu compatto e in stile Windows 7.
Attenzione. Questa modifica è irreversibile: il file Restore.cmd presentato più avanti non consentirà di ripristinare la configurazione del menu Start (una volta rimosse le piastrelle esse non risulteranno recuperabili).

34) Lo script permette anche di attivare di nuovo, in Windows 10, il backup periodico del contenuto del registro di sistema. Come spiegato nell’articolo sul backup del registro di sistema con Windows 10, a partire dalla vecchia versione 1803, il sistema operativo non salva più una copia di backup del registro nella cartella %systemroot%\system32\config\RegBack.

35) Lo script dà modo di disattivare eventualmente la funzionalità Spazio riservato che Microsoft ha introdotto con il rilascio di Windows 10 Aggiornamento di maggio 2019 (versione 1903).

36) Lo script automatizza le operazioni illustrate nell’articolo in cui vediamo come bloccare il menu Start di Windows 10 e renderlo non modificabile consentendo di “congelare” il layout del menu Start e di applicare la medesima struttura a tutti i nuovi utenti eventualmente aggiunti al sistema. Il layout del menu Start è automaticamente memorizzato nel file C:\Backup_MenuStart.xml: non eliminare tale oggetto.

37) È possibile eventualmente disattivare la richiesta di impostazione di ben tre domande di sicurezza al momento della creazione di un nuovo account utente in Windows. Impostando questa policy, Windows 10 chiederà soltanto di impostare una password e un suggerimento personalizzato per ricordarla. Lo script integra le modifiche descritte nell’articolo sulla disattivazione delle domande sulla sicurezza in Windows 10.

38) Lo script consente di disattivare gli Highlights di ricerca ovvero le informazioni che Windows 10 mostra nel menu Start in occasione di ricorrenze particolari o quando vi è la volontà di Microsoft di attirare l’attenzione dell’utente. L’intervento rimuove anche l’elemento grafico, di dimensioni generose, mostrato a destra della casella Scrivi qui il testo da cercare nella barra delle applicazioni.

39) Infine, lo script dà modo di rimuovere il pulsante Notizie e Interessi (Meteo e News) che appare nella parte destra della barra delle applicazioni, accanto alla traybar. Quant’è fastidioso quando ci passate sopra per sbaglio e vi si apre una schermata di grandi dimensioni andando a sovrapporsi a qualunque applicazioni aperta?

Come utilizzare lo script per ottimizzare e velocizzare Windows 10

Il contenuto dell’archivio compresso deve essere interamente salvato in una cartella di propria scelta quindi basterà fare doppio clic sul file Default.cmd per iniziare a personalizzare, ottimizzare e velocizzare Windows 10. Accertarsi di assegnare i diritti di amministratore allo script al momento dell’avvio, altrimenti il suo utilizzo non sarà possibile.

Per applicare una modifica basta digitare S e premere Invio oppure usare semplicemente il tasto Invio. Per evitare di impostare una regolazione sul sistema Windows 10, basterà invece digitare N e premere Invio.

All’avvio dello script, è possibile assegnare un nome personalizzato al dispositivo in uso (modificando quello che di solito assegna l’installazione di Windows 10).

Come accettare e applicare tutte le modifiche premendo semplicemente il tasto Invio

È possibile accettare in blocco tutte le modifiche che permettono di ottimizzare e velocizzare Windows 10. Alla comparsa della domanda “ATTENZIONE: ACCETTARE TUTTE LE MODIFICHE PREDEFINITE (non verranno poste ulteriori domande)?“, premendo il tasto S oppure Invio si accetteranno tutte le personalizzazioni e le impostazioni predefinite contenute nello script. Diversamente, digitando N, si potrà decidere di volta in volta se applicare ogni singola modifica.

Da parte nostra consigliamo di premere N ed esaminare una alla volta le modifiche proposte dallo script così da fare le proprie riflessioni e decidere di conseguenza.

Modifiche a Windows 10 reversibili tranne alcune eccezioni

Facendo doppio clic sul file Restore.cmd, si possono eventualmente annullare in seguito le modifiche applicate al sistema oppure ripristinare soltanto alcuni comportamenti predefiniti di Windows 10.

Il file Restore.cmd non consente di ripristinare la configurazione del menu Start (una volta rimosse le piastrelle esse non risulteranno recuperabili), non reinstalla le app di terze parti eventualmente caricate sul sistema in precedenza da parte di Windows 10 e non chiede di cambiare il nome del dispositivo in uso.

Cosa sapere prima di avviare lo script di ottimizzazione e velocizzazione su Windows 10

Prima di procedere con qualunque modifica su sistemi utilizzati in produzione, suggeriamo di effettuare alcuni test del funzionamento dello script usando macchine virtuali Windows 10 o installazioni non utilizzate per scopi produttivi. A scopo cautelativo, prima di procedere con l’applicazione di una o più modifiche proposte dallo script è essenziale creare un backup dei propri file personali e della configurazione del sistema.

IMPORTANTE: Il consiglio è quello di usare lo script su macchine Windows 10 “pulite” con tutti gli aggiornamenti Microsoft già scaricati e applicati. Ciò non toglie che lo script possa essere usato su macchine Windows 10 già in corso di utilizzo ma non è escluso che possano presentarsi eventuali problemi non direttamente causati dallo script (legati ai software presenti e alle configurazioni personalizzate in uso).

Lo script va comunque avviato solo dopo aver chiuso tutte le applicazioni in esecuzione e salvato eventuali documenti aperti. Come ultimo passaggio è obbligatoriamente richiesto il reboot della macchina.

Va tenuto presente che lo script originale citato nell’introduzione, consentirebbe di effettuare molte altre modifiche in più: noi, però, abbiamo deciso di selezionare e proporre solamente quelle più utili aggiungendo la possibilità di applicare alcuni interventi addizionali.

Il download dello script per ottimizzare e velocizzare Windows 10 e il suo utilizzo non sono comunque destinati agli utenti neofiti.

Altre indicazioni utili a proposito dello script

Ricordiamo ancora una volta che prima di avviare lo script è essenziale leggere per intero l’articolo e valutare se e quali funzionalità di Windows 10 si ritiene opportuno disabilitare. Nel caso in cui si usasse lo script su un sistema già configurato e in uso, prima di avviarlo è fondamentale effettuare il backup completo del sistema a titolo cautelativo.

La base dello script è “Win10-Initial-Setup-Script” disponibile su GitHub. La nostra versione dello script seleziona i migliori interventi applicabili, consente agli utenti di scegliere quali eventualmente applicare e introduce alcune direttive aggiuntive come quelle per modificare il nome del PC Windows 10, per abilitare l’utilità Ripristino configurazione di sistema, gli aggiornamenti installati on-demand anziché in automatico, l’unpinning delle “piastrelle” nel menu Start, il blocco del layout del menu Start, il backup periodico del registro di sistema, per disattivare la funzionalità Spazio riservato e la rimozione delle domande di sicurezza alla creazione di un nuovo account utente.

Per gli utenti che volessero riattivare la visualizzazione classica delle icone nella traybar di Windows 10: senza rieseguire lo script di ripristino, coloro che volessero riattivare la gestione di sistema delle icone mostrate nella traybar (l’area posta vicino all’orologio di sistema) possono aprire il prompt dei comandi con i diritti di amministratore e digitare quanto segue:

reg delete HKCU\Software\Microsoft\Windows\CurrentVersion\Policies\Explorer /v NoAutoTrayNotify /f

Assicurarsi di copiare il comando così com’è (tutto su un’unica riga) rispettando la sintassi quindi riavviare Windows 10.

L’immagine di apertura è tratta da Unsplash.



Fonte: www.ilsoftware.it
Open Interpreter: creare ed eseguire codice in locale con l’intelligenza artificiale

Open Interpreter: creare ed eseguire codice in locale con l’intelligenza artificiale

Lunedì 13/11/2023 17:01

Finora abbiamo utilizzato modelli generativi che, in risposta a una specifica richiesta dell’utente (prompt), offrono un output: un testo, un’immagine, una traccia audio e così via. Open Interpreter è un’implementazione open source, eseguita localmente, dell’interprete di codice di OpenAI. Abbiamo già visto cos’è ChatGPT Code Interpreter, una funzionalità riservata agli utenti paganti di OpenAI che consente all’intelligenza artificiale di eseguire codice sul cloud e di svolgere una vasta gamma di compiti, tra cui la generazione di grafici e mappe, la risoluzione di problemi matematici, l’editing di file e molto altro.

Open Interpreter, invece, consente di eseguire il codice di programmazione generato dall’intelligenza artificiale, direttamente su un normale PC, una workstation o un server. Questo tipo di approccio si annuncia davvero rivoluzionario perché l’utente può chiedere al modello generativo, usando istruzioni in linguaggio naturale, di automatizzare attività, creare contenuti e svolgere operazioni che di norma richiederebbero molti passaggi e l’utilizzo di tanti strumenti.

Differenze tra Open Interpreter e ChatGPT Code Interpreter

L’obiettivo di Open Interpreter, come spiegato anche sul sito ufficiale, è quello di consentire ai modelli LLM (Large Language Model) di eseguire codice direttamente sul sistema dell’utente.

Mentre Code Interpreter, attualmente basato sul modello generativo GPT-4, offre l’opportunità di svolgere i compiti richiesti poggiando sull’infrastruttura di OpenAI e senza la possibilità di attingere ai dati memorizzati su sistemi locali, Open Interpreter è in grado di eseguire il codice nell’ambiente dell’utente, con accesso completo a Internet e nessuna restrizione in tempi di tempo e dimensioni dei file.

Viceversa, Code Interpreter è ospitato sui server di OpenAI, è chiuso e fortemente limitato: non ha accesso a Internet, dispone di un set limitato di pacchetti preinstallati e non permette di caricare ed elaborare file di dimensioni superiori a 100 MB. Il codice eseguito a runtime non può impiegare oltre 120 secondi per concludere tutte le sue elaborazioni: diversamente si otterrà un messaggio di errore.

Eseguire codice in locale con Open Interpreter: quali possono essere i vantaggi

A coloro che fossero scettici nel lasciare eseguire codice sul sistema locale, diciamo subito che Open Interpreter risponde esattamente alle richieste (prompt) degli utenti. Inoltre, prima di eseguire il codice, l’utente deve approvarlo specificamente. Inoltre, esiste una modalità sicura, per adesso in fase sperimentale, che consente di mitigare qualunque rischio. Al momento lo fa solamente dalla finestra del terminale ma, nel prossimo futuro, sarà possibile usare un’applicazione dedicata.

L’utente può ad esempio ordinare l’esecuzione dei comandi usando il linguaggio naturale in modo da sfruttare le capacità computazionali della macchina in uso. Open Interpreter può quindi creare e modificare foto, video, PDF, controllare un browser, analizzare grandi insiemi di dati e così via. Può anche generare applicazioni vere e proprie utilizzando linguaggi come Python, JavaScript, PHP e così via.

In questo video dimostrativo, si vede come Open Interpreter possa modificare le impostazioni del sistema, creare in pochi secondi un’applicazione che funga da timer, riassumere il contenuto di un documento, interagire con le app installate (come posta elettronica e calendario) per raccogliere informazioni e condividerle con altri utenti, trasformare tutti i documenti contenuti in una cartella in PDF e così via. Non c’è veramente limite a ciò che si può fare.

Installazione e utilizzo

L’installazione di Open Interpreter avviene semplicemente tramite il comando seguente:

pip install open-interpreter

Ad installazione completata, è possibile interagire con Open Interpreter attraverso un’interfaccia simile a ChatGPT che fa perno sulla finestra del terminale: basta digitare interpreter e impartire la propria richiesta, meglio se con una descrizione il più chiara e dettagliata possibile.

Per eseguire entrambi i comandi, è necessario avere Python e il gestore dei pacchetti pip installati sul sistema.

Il comportamento di Open Interpreter può essere attualmente personalizzato intervenendo sul file di configurazione config.yaml. Utilizzando più configurazioni, è possibile fare in modo che Open Interpreter passi dall’una all’altra.

Oltre che dalla finestra del terminale, gli utenti possono sviluppare semplici app che acquisiscono in input il prompt da passare ad Open Interpreter. Ad esempio le seguenti semplici righe di codice Python, permettono di ottenere un grafico contenente le informazioni richieste e poi di avviare una chat interattiva:

import interpreter
interpreter.chat("Crea un grafico con l'andamento dei valori azionari di Apple e Meta") # Esegue il singolo comando indicato
interpreter.chat() # Avvia una chat interattiva

Tutte le informazioni sulla sintassi avanzata che Open Interpreter supporta, sono disponibili sul repository GitHub ufficiale.



Fonte: www.ilsoftware.it
Cubbit DS3 Composer: creare il proprio cloud storage in pochi minuti

Cubbit DS3 Composer: creare il proprio cloud storage in pochi minuti

Martedì 14/11/2023 15:01

Centinaia di aziende di primo piano oltre a Pubbliche Amministrazioni e Istituzioni europee hanno già scelto il cloud storage geo-distribuito proposto dall’italiana Cubbit. Sì, perché la soluzione Cubbit porta con sé un elevato carico di innovazione, introducendo un approccio che massimizza la sicurezza nella memorizzazione dei dati sul cloud.

Anziché utilizzare data center centralizzati, Cubbit ha sviluppato uno schema geo-distribuito, ridondante e resiliente che permette ai clienti, indipendentemente dalla loro dimensioni (dal singolo utente privato fino alle realtà enterprise più complesse), di salvare e gestire dati sul cloud con la certezza di avere sempre a disposizione copie di sicurezza. Crittografia, suddivisione dei dati in più frammenti, ridondanza e approccio geo-distribuito aiutano a dormine sonni tranquilli.

Piattaforma Cubbit DS3 Composer: cos’è e cosa permette di fare

Le risorse geo-distribuite messe a disposizione da Cubbit consentono, grazie a DS3 Composer, di allestire una propria piattaforma cloud in pochi minuti. La nuova soluzione si rivolge ai partner di Cubbit – MSP (Managed Service Provider), Distributori e Reseller IT, Aziende di consulenza IT, System integrator – permettendo di offrire ai clienti un’esperienza cloud completa e totalmente personalizzabile, combinando tutti i vantaggi dell’on-premise e dei servizi cloud tradizionali e mitigando al contempo le sfide associate: total cost of ownership (TCO), resilienza, protezione ransomware e controllo sul dato.

DS3 Composer può essere configurato e implementato molto rapidamente, scalando in maniera fluida da pochi Terabyte a Petabyte di data storage in base alle esigenze aziendali. La piattaforma consente ai clienti di creare e far crescere il proprio cloud iper-sicuro a un costo minimo, grazie al modello pay-as-you-go senza richiedere alcun investimento iniziale.

A differenza del cloud storage tradizionale, DS3 Composer utilizza la tecnologia DS3 di Cubbit che consente di eliminare la necessità di archiviare i dati in pochi data center centralizzati. I file sono crittografati, frammentati e replicati su più sedi geografiche all’interno di reti geo-delimitate scelte dall’utente stesso.

La geo-delimitazione è un concetto importante per rispondere agli adempimenti normativi di ogni Paese. Gli utenti italiani, ad esempio, hanno la certezza di mantenere i dati in Italia, senza più operare trasferimenti verso soggetti extra-UE. Il concetto di sovranità digitale è quindi la stella polare di Cubbit che consente alle aziende, anche grazie al nuovo DS3 Composer, di soddisfare tutti i requisiti di conformità (inclusi ISO 27001 e GDPR), garantendo al contempo il controllo sul dato e iper-resilienza contro ransomware e disastri (incidenti informatici che provocano la perdita dei dati conservati localmente in azienda).

Cubbit rafforza i rapporti con i partner

Dopo la recente apertura del Programma Partner, Cubbit propone quindi una nuova piattaforma che offre funzionalità come la multitenancy granulare, chargeback e fatturazione, la possibilità di accedere ai dati da punti di accesso pubblici o privati e l’opzione di abilitare la protezione dei dati zero-trust.

La multitenancy granulare si riferisce alla capacità della piattaforma di gestire più utenti (ovvero più aziende clienti del partner) in modo simultaneo, consentendo di condividere risorse informatiche in modo sicuro e isolato. La condivisione delle risorse è controllata in modo dettagliato e specifico. Il chargeback è il processo attraverso il quale i costi delle risorse condivise sono assegnati e addebitati agli utenti che effettivamente li utilizzano.

L’interfaccia utente moderna e intuitiva di DS3 Composer, facilita l’implementazione della soluzione,  consentendo di orchestrare la creazione di infrastrutture su larga scala. I componenti di DS3 Composer sono zero-touch, efficienti e ottimizzati per essere eseguiti su risorse di computing limitate, rendendoli perfetti per ambienti hybrid e multi-cloud e implementazioni edge.

DS3 Composer è attualmente disponibile per un gruppo selezionato di partner e clienti in tutta Europa, tra cui Leonardo, uno dei più grandi player al mondo nell’aerospace, difesa e sicurezza, con oltre 13 miliardi di euro di fatturato annuo. Il prodotto sarà disponibile pubblicamente all’inizio del 2024.



Fonte: www.ilsoftware.it
Krita, generare immagini con l’intelligenza artificiale sul proprio PC

Krita, generare immagini con l’intelligenza artificiale sul proprio PC

Martedì 21/11/2023 18:30

Krita è un software open source per la creazione di grafica digitale, l’illustrazione e la pittura digitale. È progettato principalmente per artisti digitali, illustratori, fumettisti e animatori. Dotato di un’interfaccia utente chiara e intuitiva, Krita è pensato per essere facilmente utilizzabile anche dai principianti.

L’applicazione integra una vasta gamma di pennelli e strumenti di pittura, supporta anche la grafica vettoriale, consente di lavorare con i livelli, integra strumenti di animazione e supporta una vasta gamma di tavolette grafiche. Una volta completato il lavoro, gli utenti possono esportare l’immagine in vari formati comuni come JPEG, PNG o PSD per la condivisione o la stampa.

Krita AI Diffusion: le principali funzionalità del plugin per creare opere d’arte

Gli autori del progetto Krita AI Diffusion, il cui sorgente è disponibile pubblicamente su GitHub, hanno sviluppato un plugin che consente di generare immagini in modo efficiente e intuitivo utilizzando l’intelligenza artificiale.

Il software Krita AI Diffusion, sviluppato in Python, basa il suo funzionamento sul noto modello generativo Stable Diffusion. Il modello utilizza algoritmi di diffusione stocastica per generare nuove immagini o per modificare ed estendere immagini esistenti in modo coerente e convincente.

Generazione di contenuti visuali con l’intelligenza artificiale

Installando il plugin Krita AI Diffusion, è possibile marcare un’area presente nell’immagine aperta nell’applicazione servendosi degli strumenti di selezione di Krita (Inpaint). In questo modo è possibile rimuovere o sostituire il contenuto esistente.

La funzione Outpaint, invece, espande il canvas, ovvero la “tela” di Krita sulla quale è possibile creare la propria opera. L’utente può selezionare un’area vuota lasciando che Krita AI Diffusion la riempia automaticamente con contenuto capace di fondersi alla perfezione con quello già presente nell’immagine.

Lo strumento Generate permette di creare nuove immagini partendo da una descrizione in linguaggio naturale o servendosi di immagini preesistenti. Il plugin può utilizzare e sfruttare due versioni specifiche o varianti del modello Stable Diffusion, ciascuna con caratteristiche e capacità differenziate. Gli utenti possono scegliere tra SD1.5 e SDXL per adattare la generazione di immagini alle loro esigenze specifiche od ottenere risultati diversi in base al modello utilizzato.

Questo video mostra le potenzialità del plugin Krita AI Diffusion.

Ottimizzazione del contenuto realizzato con Krita AI Diffusion

Il plugin Krita AI Diffusion integra anche uno slider che consente di perfezionare i contenuti anziché sostituirli completamente. Non è inoltre necessario porsi troppe domande rispetto alla risoluzione dell’immagine che si desidera ottenere: l’applicazione, infatti, è in grado di selezionare il numero di pixel più appropriato in verticale e in orizzontale applicando eventuali ridimensionamenti.

La tecnica di upscaling intelligente consente di aumentare le dimensioni di qualunque immagine senza perdite di qualità. In particolare, è facile trasformare immagini a bassa risoluzione in contenuti grafici in formato 4K o 8K senza esaurire la memoria RAM disponibile per l’elaborazione dei dati.

Gestione dei flussi di lavoro

Poiché la generazione di immagini può richiedere del tempo a seconda della configurazione hardware in uso, il plugin Krita AI Diffusion consente di accodare e annullare lavori mentre si svolgono altre elaborazioni sull’immagine.

La cronologia integrata nell’applicazione, inoltre, dà modo di visualizzare i risultati in anteprima e sfogliare con tutta comodità i contenuti via via generati.

La possibilità di memorizzare e riutilizzare preset predefiniti ossia configurazioni “riciclate” tra più progetti grafici differenti, consente infine di evitare di replicare gli stessi interventi su immagini simili elaborate in tempi diversi.

Come installare Krita

Krita è disponibile nelle versioni per Windows, macOS e Linux. Per utilizzare con soddisfazione il plugin Krita AI Diffusion, invece, è caldamente consigliato dotarsi di un sistema equipaggiato con una scheda grafica potente (almeno 6 GB di VRAM a bordo). È certamente possibile svolgere le elaborazioni appoggiandosi soltanto alla CPU ma il tempo richiesto per completarle spesso risulterà insostenibile.

Come ulteriore opzione, è possibile noleggiare una GPU cloud versando un importo variabile per il tempo strettamente necessario a generare le immagini. In questo caso, l’elaborazione è totalmente indipendente dalla configurazione del sistema in uso in locale e si sposta sul cloud. Per procedere con l’utilizzo di Krita AI Diffusion sul cloud, basta seguire le istruzioni nella pagina Rent a Cloud GPU quindi scaricare e avviare il container Docker contenente anche il plugin.

Se si sceglie di installare Krita in locale, è necessario scaricare il file Zip del plugin Krita AI Diffusion. Dal menu Strumenti, Script di Krita è quindi necessario cliccare la voce Importa estensione Python da file. Si deve quindi selezionare il file Zip di Krita AI Diffusion senza decomprimerlo quindi rispondere  alla comparsa del messaggio “Abilitare le estensioni ora?”

Installare e configurare il plugin Krita AI Diffusion

Il primo passo per creare un’immagine con l’IA consiste nel fare clic sull’icona Nuova immagine specificando quindi la dimensione in pixel della tela. Per continuare si deve fare clic su Crea quindi su Impostazioni, Aree di aggancio e infine su AI Image Generation. Infine, è finalmente possibile cliccare il pulsante Configure nel riquadro AI Image Generation che appare in basso a destra, nella finestra di Krita.

Adesso è necessario fare clic sul pulsante Install in modo da lasciare che il plugin IA scarichi e predisponga automaticamente tutti i componenti software necessari: Python, PyTorch, Stable Diffusion e così via. Sono necessari circa 10 GB di spazio su disco.

Generazione di un’immagine con l’intelligenza artificiale

Per generare un’immagine con l’intelligenza artificiale e il modello generativo Stable Diffusion, suggeriamo di iniziare prima con qualcosa di piccole dimensioni: partire, ad esempio, con una nuova immagine da 512×512 pixel. Cliccando sul pulsante Configure posto nel riquadro AI Image Generator (già visto in precedenza), si deve selezionare il pulsante Launch.

Alla comparsa del messaggio in verde “Server running – Connected“, si può fare clic su OK in basso a destra.

Nella casella per l’inserimento del testo, si può a questo punto descrivere a parole l’immagine che si vuole ottenere. Importante è fornire, in questa fase, il maggior numero di dettagli con un linguaggio chiaro, semplice e preciso.

Il sistema genera più immagini contemporaneamente: cliccando sui riquadri posti in basso a destra, è possibile passare da un contenuto grafico all’altro. È inoltre possibile spostarsi tra i preset chiamati Cinematic Photo e Digital Artwork per esplorare due possibili esempi di effetti ottenibili. Con un clic sul simbolo degli ingranaggi, è possibile personalizzare ciascuno stile.

Creare un’immagine a partire da un semplice schizzo

Con il plugin Krita AI Diffusion si può addirittura generare un’immagine professionale a partire da uno schizzo elementare. Anche il semplice disegno di un bambino in età prescolare può portare alla generazione di risultati sorprendenti.

Per procedere in tal senso, è necessario cliccare nuovamente sul pulsante Configure quindi attivare la casella ControlNet Scribble al di sotto di Control extensions e infine fare clic sul pulsante Install. Dopo aver fatto clic su OK, si può abbozzare un disegno con il soggetto che si vuole ottenere.

Cliccando sul piccolo pulsante in figura, scegliendo Scribble dal menu posto sulla sinistra, descrivendo il contenuto del disegno e infine cliccando su Generate, si otterrà un’immagine di qualità, come quella rappresentata nell’esempio.

Cambiando semplici dettagli (parole e aggettivi) nella descrizione testuale, è possibile creare l’immagine perfetta procedendo con una serie di successivi raffinamenti. È interessante verificare cosa succede selezionando Digital Artwork e rinnovando la generazione dell’immagine.

Uno strumento come il Pose editor consente addirittura di regolare la posa delle figure rappresentate nell’immagine digitale prodotta dall’IA. Il video pubblicato su YouTube spiega anche questa possibilità.

Credit immagine in apertura: iStock.com/BlackJack3D



Fonte: www.ilsoftware.it
Deep learning: scaricate il corso gratuito dell’Università di Ginevra

Deep learning: scaricate il corso gratuito dell’Università di Ginevra

Mercoledì 22/11/2023 08:30

Le soluzioni basate sull’intelligenza artificiale sono sempre più diffuse e diventate essenziali per il sostegno di molte attività professionali e flussi di lavoro in azienda. Il deep learning è una sotto-disciplina dell’apprendimento automatico (machine learning) che si basa su reti neurali artificiali profonde, composte da strati di nodi interconnessi. Queste reti sono in grado di apprendere rappresentazioni complesse dei dati mediante l’elaborazione di informazioni attraverso più livelli, chiamati appunto “strati”.

Il deep learning eccelle nell’elaborazione di grandi quantità di dati complessi e non strutturati, come immagini, testo e suoni. Ciò consente alle aziende di estrarre informazioni significative da dati precedentemente difficili da interpretare. Le reti neurali profonde sono particolarmente efficaci in compiti specifici come il riconoscimento di immagini, il riconoscimento vocale, la traduzione automatica e il riconoscimento del linguaggio naturale.

Perché il deep learning è così utile per professionisti e aziende

L’automazione è una delle chiavi di volta del deep learning: aziende e professionisti possono sfruttare gli algoritmi di deep learning per automatizzare compiti ripetitivi e ridurre la dipendenza da interventi umani, aumentando l’efficienza operativa.

Grazie al deep learning è possibile scoprire modelli nei dati che normalmente sfuggono all’osservazione e all’analisi umana. Ciò può portare a nuove intuizioni e opportunità di business, nonché a miglioramenti nelle decisioni basate sui dati.

Le reti neurali profonde sono inoltre in grado di adattarsi ai dati in evoluzione, apprendendo e migliorando continuamente con l’addestramento basato su nuove informazioni. Si tratta di un vantaggio prezioso per tutti quegli ambiti aziendali ove, ovviamente, i dati cambiano continuamente nel corso del tempo.

Le aziende che adottano con successo il deep learning possono guadagnare un vantaggio competitivo significativo. La capacità di trarre informazioni utili dai dati può tradursi in decisioni aziendali più informate e tempestive.

Il corso sul deep learning dell’Università di Ginevra è gratis per tutti

Ecco perché riteniamo di cruciale importanza dare spazio a iniziative come quella promossa da François Fleuret, docente presso l’Università di Ginevra (Svizzera).

Feluret ha pubblicato un articolato corso sul deep learning condividendo slide, dispense in formato PDF, video e codice di esempio immediatamente utilizzabili da chiunque voglia avvicinarsi alla materia. Il corso, che spazia dagli obiettivi del machine learning alle tecniche specifiche del deep learning, è implementato utilizzando il framework PyTorch.

Il “viaggio” inizia con una panoramica sui concetti fondamentali del machine learning e sulle principali sfide affrontate in questo campo. I concetti illustrati da Fleuret permettono di acquisire una comprensione approfondita degli obiettivi del machine learning e delle difficoltà che possono sorgere durante l’implementazione degli algoritmi di apprendimento automatico.

Un capitolo cruciale riguarda le operazioni sui tensori, strutture dati fondamentali nel contesto del deep learning: è essenziale apprendere come manipolarli e usarli.

L’autore del corso approfondisce quindi il concetto di differenziazione automatica, un elemento chiave per l’ottimizzazione dei modelli. Il gradiente discendente, metodo fondamentale per l’aggiornamento dei pesi del modello, è anch’esso analizzato in dettaglio.

Differenziazione automatica

La differenziazione automatica è una tecnica che consente di calcolare automaticamente le derivate di una funzione rispetto alle sue variabili. In altre parole, quando si ha una funzione complessa e si desidera conoscere il tasso di variazione di tale funzione rispetto ai suoi parametri, la differenziazione automatica permette di calcolare questo tasso senza dover derivare manualmente la funzione.

Nel contesto del machine learning, la differenziazione automatica è fondamentale per l’addestramento dei modelli. Durante il processo di addestramento, l’obiettivo è regolare i parametri del modello in modo che l’output sia il più vicino possibile alle etichette corrette (risposte corrette o output desiderati). La differenziazione automatica consente di calcolare il gradiente della funzione di perdita rispetto ai parametri del modello, che indica la direzione e l’entità del cambiamento necessario per ridurre la perdita.

Gradiente discendente

La funzione di perdita è una misura che indica quanto le predizioni del modello si discostano dalle etichette corrette presenti nel dataset di addestramento. I parametri del modello sono le variabili interne che il modello regola durante l’addestramento al fine di ridurre la perdita.

Il gradiente discendente è un algoritmo di ottimizzazione utilizzato per minimizzare una funzione di perdita. L’idea alla base del gradiente discendente è quella di regolare iterativamente i parametri del modello per minimizzare la perdita e migliorare le prestazioni durante l’addestramento.

Modelli generativi, ricorrenti e basati sull’attenzione

Il corso esplora le tecniche specifiche del deep learning, fornendo una panoramica approfondita delle metodologie avanzate utilizzate nell’addestramento e nella valutazione dei modelli. Gli studenti possono così immergersi nell’utilizzo dei modelli generativi, ricorrenti e basati sull’attenzione (ne parliamo nell’articolo sui Transformer), acquisendo competenze fondamentali per affrontare problemi complessi nel mondo reale.

I modelli generativi sono progettati per generare nuovi dati che assomiglino a quelli presenti nel set di addestramento. Possono essere utilizzati per generare immagini, testo, suoni o altri tipi di dati. Esempi sono le Reti Generative Avversarie (GAN) e le Reti Generative Convenzionali (ad esempio, modelli basati su distribuzioni probabilistiche come reti generative gaussiane).

I modelli ricorrenti (RNN, Recurrent Neural Networks) sono progettati per lavorare con dati sequenziali e tenere conto delle informazioni passate. Possono elaborare sequenze di lunghezza variabile e conservare uno stato interno (memoria) che è aggiornato a ogni passo temporale.

I modelli basati sull’attenzione, invece, sono progettati per concentrarsi su parti specifiche dell’input durante il processo di apprendimento. L’attenzione permette al modello di dare più importanza a certe “aree” o elementi in input. Il modello diventa così molto più flessibile e in grado di gestire relazioni complesse.

Sessioni pratiche grazie all’utilizzo di una macchina virtuale

Chi decide di seguire il corso sul deep learning può cimentarsi in sessioni pratiche che offrono l’opportunità di applicare direttamente i concetti appresi. La macchina virtuale (VM) che simula un ambiente di lavoro completo.

Così, gli studenti possono utilizzare sin da subito PyTorch e svolgere esercitazioni pratiche attraverso il browser Web, accedendo a una VM preconfigurata con Linux e tutti gli strumenti necessari. Fleuret ha in questo modo voluto semplificare le attività di sviluppo e testing dispensando gli studenti dal dover predisporre autonomamente un sistema adatto allo scopo.

Il rovescio della medaglia è che, ovviamente, la VM non permette di sfruttare appieno le risorse hardware disponibili sul sistema host, come le GPU.

PyTorch è un framework open source per il machine learning e il deep learning che offre un’ampia gamma di strumenti per sviluppatori e ricercatori. Creato da Facebook AI Research Lab (FAIR), PyTorch è diventato uno dei framework più popolari per la creazione e l’addestramento dei modelli.

I requisiti per seguire il corso

Il corso richiede una solida comprensione di alcuni concetti chiave che affondano le radici nell’algebra lineare, nel calcolo differenziale, nella programmazione Python, nella probabilità e statistica di base, ottimizzazione e fondamenti di algoritmi ed elaborazione del segnale. È altresì consigliata la consultazione delle guide di Python, Jupyter Notebook e PyTorch in modo da acquisire tutte le nozioni di base.

Credit immagine in apertura: iStock.com/Black_Kira



Fonte: www.ilsoftware.it
Microsoft Copilot sarà in grado di generare canzoni tramite prompt

Microsoft Copilot sarà in grado di generare canzoni tramite prompt

Mercoledì 20/12/2023 09:01

Copilot, strumento basato sull’Intelligenza Artificiale proposto da Microsoft, non smette di sorprendere con le sue capacità avanzate.

Grazie a una nuova partnership con Suno AI, piattaforma dedicata alla creazione musicale, il servizio sarà in grado di generare interi brani seguendo le direttive dell’utente, attraverso un prompt, sfruttando il browser Edge. Come annunciato da Microsoft stessa, si parla sia di pezzi strumentali che di canzoni con testo cantato, il tutto senza necessità di avere alcun tipo di competenza musicale.

Sebbene questa iniziativa risulti alquanto interessante va tenuto conto che non è di certo una novità per il settore. Meta (con MusicGen) e Google (con Instrument Playground) hanno infatti già percorso questa via, pur affidandosi a una piattaforma interna e non a un servizio di terze parti come Suno AI.

Ciò non è per forza un male, anzi: Suno AI rappresenta una delle realtà più apprezzabili in questo contesto, una sorta di base solida su cui Microsoft ha voluto strutturare questa nuova funzionalità per il suo strumento.

Utilizzare Copilot per generare canzoni non è complicato. Basta avviare il browser, andare sul sito dedicato a Copilot e installare l’apposito plugin.

Generare canzoni, melodie e testo con l’IA: ecco come lavora Copilot

Fatto ciò è possibile descrivere nell’apposito campo la tipologia di canzone che si intende generare, con un input quanto più possibile dettagliato. Confermato il prompt, l’IA richiede diversi minuti (talvolta anche una decina) per poter generare il brano.

A tal proposito va fatta una precisazione: la sinergia tra Copilot e Suno AI non porta alla generazione audio. Questo meccanismo, infatti, è utile ai musicisti in quanto genera spartiti e testi, ma non porta ad alcun tipo di output ascoltabile.

Al momento la generazione musicale appare alquanto instabile anche se, vista la fase di test, è comprensibile qualche incertezza. Microsoft non ha rilasciato dichiarazioni rispetto all’ampiamento della funzione rispetto ad altri browser.



Fonte: www.ilsoftware.it