ChatGPT: Quali sono le reali applicazioni d’uso?

Domenica 26/02/2023 09:31

Quali sono le applicazioni d’uso di Chat-GTP, l’intelligenza artificiale conversazionale sviluppata da OpenAi e divenuta in pochi mesi un vero e proprio fenomeno sociale, tanto da entrare di diritto nel dibattito pubblico e politico? È questa la domanda che potrebbe sorgere a chi si avvicina, anche solo per curiosità, a questa realtà digitale di cui tutti parlano. 

E questo non solo perché Chat-GTP è in grado di sostenere conversazioni di senso e assolutamente naturali con i suoi interlocutori, ma anche perché è stata istruita per assolvere a compiti complessi un tempo eseguiti da interi team di professionisti, in modo (abbastanza) efficace e veloce.

Proprio poiché l’arrivo di uno strumento tanto potente quale ChatGPT ha alimentato la discussione pubblica sul possibile ruolo delle intelligenze artificiali nel rimpiazzare una lunga serie di professionisti, è utile capire cosa oggi il fiore all’occhiello di OpenAI sia effettivamente in grado di fare

In particolare, sulle richieste oggi più diffuse in ambito digitale: 

  • la gestione della SEO;
  • il blogging;
  • il marketinG;
  • lo sviluppo e la programmazione;
  • l’UX Design.

Cos’è ChatGPT e perché si differenza dagli altri strumenti AI

Prima di spiegare in quali applicazioni d’uso questa intelligenza artificiale tende a eccellere, è utile fare un passo indietro: cos’è ChatGPT e, soprattutto, come si differenzia dagli altri strumenti AI che l’hanno preceduta?

ChatGPT – acronimo di Chat Generative Pre-Trained Transformer – è uno strumento di intelligenza artificiale conversazionale sviluppato da OpenAI, reso disponibile a novembre 2022 e basato su avanzate tecnologie di training diretto e indiretto, nonché sul machine learning. 

Tramite un’interfaccia molto pulita in stile chatbot, con cui l’utente pone domande in linguaggio naturale all’intelligenza artificiale, ChatGPT è in grado di:

  • sostenere conversazioni complesse e dotate di senso, in linguaggio naturale, oltre che multilingua;
  • discutere di argomenti complessi e astratti;
  • comprendere informazioni contestuali alla conversazione stessa, come ad esempio lo stile espressivo dell’interlocutore, utilizzando i dati raccolti per fornire risposte più precise e mirate
  • effettuare traduzioni in altre lingue in tempo reale, prestando attenzione alle sfumature del linguaggio e avvicinandosi più possibile a come le lingue vengono effettivamente usate dagli umani, a differenza dei semplici traduttori automatici;
  • produrre testi di ogni genere sulla base delle richieste dell’interlocutore, dai racconti creativi fino ai documenti legali;
  • elaborare codice eseguibile;
  • eseguire il debug del codice;
  • creare quiz, giochi e videogiochi testuali anche molto complessi;
  • elaborare training e formazione per l’interlocutore, con lezioni testuali personalizzate.

Ma cosa differenzia ChatGPT dalle altre intelligenze artificiali conversazionali? Questo strumento è divenuto così popolare poiché, a differenza di altre realtà già da tempo disponibili per gli utenti, presenta qualità linguistiche, espressive e computazionali senza pari. Secondo quanto dichiarato dai creatori, e poi confermato anche da indagini di terze parti, ChatGPT:

  • è un sistema a interazione chatbot decisamente più verboso rispetto ai predecessori;
  • fornisce risposte più pertinenti, grazie alla grande capacità di analisi anche contestuale delle intenzioni dell’utente;
  • è un sistema pensato per fornire risposte sicure, verificabili e basate su dati il più possibile scientifici, per evitare che l’intelligenza artificiale venga traviata da disinformazione, teorie del complotti, fatti storici e di cronaca inventati e molto altro ancora.

OpenAi ha raggiunto questo risultato abbinando all’intelligenza artificiale un complesso sistema di machine learning – ovvero di autoapprendimento: ChatGPT impara da ogni conversazione e migliora se stessa. Per farlo, i ricercatori hanno abbinato due tecniche diverse:

  • un modello linguistico tra i più avanzati oggi esistenti, capace di riprodurre alla perfezione le conversazioni umane, basato sull’apprendimento automatico non supervisionato;
  • un modello di apprendimento di rinforzo e supervisionato, gestito dai ricercatori.

ChatGPT per la SEO

Uno dei primi ambiti in cui ChatGPT ha riscosso un certo successo è quello della SEO, ovvero dell’ottimizzazione dei contenuti in un’ottica di indicizzazione sui motori di ricerca. In questo senso, l’intelligenza artificiale conversazionale di OpenAi si è rivelata abbastanza efficace su due grandi gruppi di attività:

  • l’ottimizzazione di contenuti già esistenti in ottica SEO;
  • la produzione ex novo di contenuti, sempre in ottica SEO.

Nel primo caso, ChatGPT si è rivelata decisamente efficace non solo in attività fondamentali di base per la SEO – la generazione di titoli accattivanti e costruiti attorno a keyword rilevanti, la produzione di meta-description efficaci in base alle richieste dei motori di ricerca, l’elaborazione di testi ALT per le immagini e molto altro ancora – ma anche nell’analisi di trend, ricerche degli utenti e adattamento agli algoritmi. 

Non stupisce quindi che Microsoft, che peraltro ospita ChatGPT sul suo Azure sin dalla sua nascita, abbia voluto integrare questo strumento nel suo motore di ricerca Bing.
Nel secondo caso, ovvero quello della generazione dei contenuti, ChatGPT si è rivelata un’arma – per quanto forse a doppio taglio – da non sottovalutare. È infatti in grado di produrre testi originali e complessi, in-topic rispetto alle chiavi assegnate, non semplicemente descrittivi o didascalici ma ingaggianti, dove la distribuzione di chiavi e la compliance alle richieste dei motori di ricerca è praticamente ottimale. 

Tanto che Arena Group Holdings, la società media che gestisce testare come Sports Illustrated, Men’s Journal e TheStreet, ha deciso di avviare una sperimentazione con set di articoli generati unicamente da intelligente artificiali, come Jasper e proprio ChatGPT, senza alcun intervento umano – se non di verifica finale e pubblicazione.

E se la SEO non fosse sufficiente per confermare le capacità di questa intelligenza artificiale, basti pensare che a inizio 2023 la Northwestern University di Chicago ha condotto una sperimentazione per comprendere se ChatGPT fosse in grado di produrre testi scientifici credibili

I risultati? Non solo ha ottenuto il massimo del punteggio sul fronte dell’originalità, ma ha superato la revisione umana in test dove gli stessi revisori non erano al corrente di analizzare testi generati da una AI.

ChatGPT per il blogging

Proprio per le caratteristiche di affidabilità SEO e di scrittura già elencate, ChatGPT si è rivelata uno strumento molto utile anche per il blogging, con una qualità dei testi praticamente indistinguibile da quella prodotta da blogger in carne e ossa. 

Va però detto che l’intelligenza artificiale tende però a peccare su una comunicazione non eccessivamente emotiva, così come su slanci creativi non ancora pienamente sovrapponibili a quelli umani.
Detto questo, lo strumento si adatta al blogging in diversi modi:

  • la produzione autonoma di testi su qualsiasi argomento, secondo il registro comunicativo definito dall’autore o, ancora, derivato dall’analisi di testi precedenti ospitati sul blog di riferimento;
  • la capacità di adattarsi e alternare registri linguistici diversi, in base al target d’approdo dei lettori;
  • la capacità di produrre testi non solo interessanti e mirati al target, ma anche ottimizzati sul fronte delle necessità SEO, per migliorarne così l’indicizzazione e il posizionamento sui motori di ricerca.

Negli ultimi mesi, ChatGTP è stata letteralmente messa sotto torchio per le attività di blogging e si è rivelata molto affidabile nel produrre contenuti relativi a cucina, viaggi, tecnologia, moda, musica, spettacoli, scienza, ambiente, animali e molto altro ancora. 

Il tutto, proponendo contenuti al 100% originali, frutto della rielaborazione dei concetti appresi dalla stessa intelligenza artificiale, anziché un semplice “assemblaggio” di nozioni.

ChatGPT per il marketing

Grazie alle sue capacità conversazionali, sin dai suoi esordi è apparso evidente come ChatGPT potesse rappresentare anche un valido aiuto per le attività di marketing, sia digitali che più classiche. Anche in questo caso, così come per la SEO, si possono identificare due principali macro-gruppi di attività:

  • la predisposizione e l’ottimizzazione di campagne su contenuti o prodotti già esistenti;
  • la creazione di campagne ex novo, dagli stessi contenuti alle strategie di targetizzazione.

Nel primo caso, l’intelligenza artificiale si è rivelata particolarmente affidabile nella creazione di claim pubblicitari e slogan, così come nell’adattare i contenuti – e lo stile di linguaggio – ai target di riferimento definiti. 

Grazie all’analisi di dati pubblicamente accessibili sul comportamento degli utenti, inoltre, ChatGTP può definire obiettivi di campagna e prevederne i risultati.

Più estese le attività del secondo gruppo, dove ChatGTP ha dimostrato quanto l’intelligenza artificiale riesca a spingersi. Lo strumento è infatti in grado di:

  • sviluppare strategy ex-novo in base alle necessità riferite dall’interlocutore;
  • elaborare intere pianificazioni di contenuti e generare in autonomia ogni singolo contenuto;
  • identificare il target migliore, e lo stile comunicativo da adottare, in base al prodotto o al servizio da spingere;
  • identificazione di keyword e KPI
  • generare strategie di link-building per il marketing online;
  • generare claim e slogan ottimizzati per target e piattaforma di riferimento (esempio: motori di ricerca, forum, social network etc);
  • suddivisione e ottimizzazione dei contenuti digitali in base ai posizionamenti in pagina o sui motori di ricerca;
  • elaborazione di native e publiredazionali destinati alla stampa;
  • creazione di newsletter ingaggianti per i clienti;
  • produzione di contenuti ottimizzati per le attività di social marketing, incluse le CTA.

Su questo ultimo fronte, ChatGPT si è rivelata anche efficace nel produrre lanci social ottimizzati per piattaforma, in particolare su Twitter: ad esempio, è in grado di passare al vaglio tutti gli hashtag esistenti su un determinato argomento, scegliendo i migliori per i propri obiettivi di campagna. 

Ancora, nella produzione di lanci e didascalie è in grado di produrre testi ingaggianti, allineati alle regole dei vari social network – allontanando così il rischio di blocco delle campagne – e sostanzialmente privi di clickbait.

ChatGPT per gli sviluppatori e i programmatori

Uno dei fattori che ha generato maggiore curiosità fra gli utenti, e soprattutto fra i professionisti, è la capacità di ChatGPT di generare codice sia per il web che per le applicazioni mobile e desktop, non limitandosi semplicemente all’assemblaggio di script già presenti in Rete.

Al momento, la qualità del codice generato è molto variabile a seconda del linguaggio di programmazione prescelto – ad esempio, appare ottimale per i più semplici come HTML e CSS e basica invece per coding più complesso, come Python – ma basta cercare online per trovare diversi buoni esempi multipiattaforma. 

In generale, l’intelligenza artificiale può generare autonomamente codice:

  • HTML e CSS correlati;
  • Python (codifica di base);
  • Javascript;
  • Java;
  • SQL;
  • C++.

Virtualmente, ChatGPT può però essere in grado di apprendere nel tempo qualsiasi tipo di linguaggio di programmazione, grazie al potente sistema di machine learning su cui può affidamento, ed è probabile che diventi via via più affidabile. 

Peraltro, la piattaforma ha dimostrato già una certa dimestichezza anche nel gestire linguaggi di programmazione meno recenti – BASIC, COBOL, Fortran – e a sviluppare applicazioni mediamente complesse per Arduino.

Nella maggior parte dei casi, soprattutto per i linguaggi più semplici, il codice generato si è rivelato immediatamente utilizzabile e privo di errori

Per quanto riguarda Python, o linguaggi più complessi, ai primi tentativi l’intelligenza artificiale è caduta in errore, per poi correggersi ricevendo indicazioni più mirate da parte dell’utente. Come già accennato, per Python – su cui la stessa ChatGPT si basa – il livello di produzione è ancora mediamente basico.

ChatGPT per la UX Design

Infine, l’intelligenza artificiale di OpenAi può essere utilizzata anche per l’UX Design, seppur con qualche limitazione. Più che per applicazioni pratiche, in questo caso ChatGPT si sta riendendo molto utile nella pianificazione del workflow e per suggerire strategie di intervento su progetti UX già avviati, sempre su indicazione dell’interlocutore.

Ovviamente, come visto nei precedenti paragrafi, dal punto di vista operativo ChatGPT può generare codice da zero oppure verificare la correttezza, o la coerenza, della programmazione prodotta in autonomia dall’utente. In più, la piattaforma è in grado di gestire altre attività di supporto:

  • generare il copy per le varie aree dell’interfaccia, come ad esempio le landing page, e produrre CTA ingaggianti sui collegamenti evidenziati dall’interlocutore;
  • suggerire idee per il layout e il wireframing di siti web, in base all’argomento specificato dall’utente. Ad esempio, si può chiedere a ChatGPT di generare il wireframe di una piattaforma finanziaria dedicata ai piccoli risparmiatori: come facile intuire, si riceveranno suggerimenti in formato unicamente testuale, di norma in elenchi numerati;
  • elencare le attività da svolgere per verificare l’usabilità di siti web oppure di applicazioni, inclusi i suggerimenti per eseguire i test A/B;
  • fornire idee per ottimizzare il workflow di sviluppo;
  • aiutare nell’apprendimento e nella formazione delle ultime novità in fatto di UX Design, con lezioni personalizzate in base al registro linguistico definito dallo stesso interlocutore.

Conclusioni

In definitiva, ChatGPT si rivela un alleato davvero versatile per i professionisti digitali, dimostrando non solo la sua velocità, ma anche la sua affidabilità

Il dubbio che nel tempo sistemi come questo possano progressivamente sostituire figure professionali però rimane, anche se non si tratterà di un processo nel brevissimo periodo. 

A oggi, ChatGPT ha ancora bisogno di una verifica umana per le attività più complesse – come il coding – mentre su quelle autonome – ad esempio, la scrittura di articoli per blog – appare sicuramente corretto dal punto di vista grammaticale e sintattico, ma forse ancora troppo poco emozionante. 

Ancora, anche le attività più creative necessitano di una revisione umana, anche perché abbastanza stereotipate su trend di massa da parte di ChatGPT.

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Fonte: www.spremutedigitali.com